Storia del Comune
San Pietro in Cariano è il nome del Comune il cui territorio si estende in ambiente collinare nel cuore della Valpolicella, valle posizionata fra la Valdadige, la Lessinia e la pianura veronese.
Il toponimo di San Pietro in Cariano oltre ad indicare la denominazione del Santo, a cui è dedicata la chiesa parrocchiale che figura nello stemma, la dicitura “Cariano” sembra derivare dal latino tardo Carilianus (terreno di proprietà di Carilius), di cui il nome della contrada nei pressi del capoluogo, anche se alcuni studiosi vi leggono una semplificazione della dicitura “Castrum-Rotharii-Ruptum” abbreviata “Ca-R-i-R-um” e poi italianizzato in o dal nome del castello di Castelrotto, possibile identificazione con il castello raffigurato nell’arma.
L’immagine raffigurata al centro dello stemma segue un’iconografia medioevale un po’ infantile, fortemente stilizzata, che ricorre quasi sempre in araldica per la rappresentazione dei santi, rifacendosi ad un gusto ieratico senza intenti naturalistici, quindi alcuni studiosi hanno interpretato questa figura come l’effige dell’apostolo Pietro che prega con fede, indicata dal cartiglio di gusto medioevale, tra le rovine di un castello (Castelrotto) che la tradizione popolare vuole costruito da Rotario, settimo re dei Longobardi, e la chiesa parrocchiale, oggi rifatta su modello ottocentesco, a cui vi è aggiunta in alto a sinistra una stella a sei punte di buon auspicio. Non è escluso, tuttavia, che l’immagini rappresenti un estratto stilizzato della simbologia contenuta nella miniatura della scuola di Gian Francesco Caroto presente nel codice manoscritto del 1536 intitolata “Privilegia Vallis Policelle ora conservato nella biblioteca comunale di Verona, in cui la pulzella inginocchiata è la Valpolicella in atto di sottomissione e fedeltà probabilmente a /con la città di Verona a Venezia tra il castello Scaligero e la chiesa parrocchiale di San Pietro in Cariano.
Il toponimo di San Pietro in Cariano oltre ad indicare la denominazione del Santo, a cui è dedicata la chiesa parrocchiale che figura nello stemma, la dicitura “Cariano” sembra derivare dal latino tardo Carilianus (terreno di proprietà di Carilius), di cui il nome della contrada nei pressi del capoluogo, anche se alcuni studiosi vi leggono una semplificazione della dicitura “Castrum-Rotharii-Ruptum” abbreviata “Ca-R-i-R-um” e poi italianizzato in o dal nome del castello di Castelrotto, possibile identificazione con il castello raffigurato nell’arma.
L’immagine raffigurata al centro dello stemma segue un’iconografia medioevale un po’ infantile, fortemente stilizzata, che ricorre quasi sempre in araldica per la rappresentazione dei santi, rifacendosi ad un gusto ieratico senza intenti naturalistici, quindi alcuni studiosi hanno interpretato questa figura come l’effige dell’apostolo Pietro che prega con fede, indicata dal cartiglio di gusto medioevale, tra le rovine di un castello (Castelrotto) che la tradizione popolare vuole costruito da Rotario, settimo re dei Longobardi, e la chiesa parrocchiale, oggi rifatta su modello ottocentesco, a cui vi è aggiunta in alto a sinistra una stella a sei punte di buon auspicio. Non è escluso, tuttavia, che l’immagini rappresenti un estratto stilizzato della simbologia contenuta nella miniatura della scuola di Gian Francesco Caroto presente nel codice manoscritto del 1536 intitolata “Privilegia Vallis Policelle ora conservato nella biblioteca comunale di Verona, in cui la pulzella inginocchiata è la Valpolicella in atto di sottomissione e fedeltà probabilmente a /con la città di Verona a Venezia tra il castello Scaligero e la chiesa parrocchiale di San Pietro in Cariano.
L’immagine raffigurata al centro dello stemma segue un’iconografia medioevale un po’ infantile, fortemente stilizzata, che ricorre quasi sempre in araldica per la rappresentazione dei santi, rifacendosi ad un gusto ieratico senza intenti naturalistici, quindi alcuni studiosi hanno interpretato questa figura come l’effige dell’apostolo Pietro che prega con fede, indicata dal cartiglio di gusto medioevale, tra le rovine di un castello (Castelrotto) che la tradizione popolare vuole costruito da Rotario, settimo re dei Longobardi, e la chiesa parrocchiale, oggi rifatta su modello ottocentesco, a cui vi è aggiunta in alto a sinistra una stella a sei punte di buon auspicio. Non è escluso, tuttavia, che l’immagini rappresenti un estratto stilizzato della simbologia contenuta nella miniatura della scuola di Gian Francesco Caroto presente nel codice manoscritto del 1536 intitolata “Privilegia Vallis Policelle ora conservato nella biblioteca comunale di Verona, in cui la pulzella inginocchiata è la Valpolicella in atto di sottomissione e fedeltà probabilmente a /con la città di Verona a Venezia tra il castello Scaligero e la chiesa parrocchiale di San Pietro in Cariano.
E’ da considerare che nonostante San Pietro in Cariano non fosse centro particolarmente importante in età medioevale, già dall’epoca della dominazione veneziana su Verona, se non anche dall’epoca scaligera, fu però sede del Vicariato della Valpolicella dal 1452 al 1805 (caduta della Repubblica Veneta e conseguente avvento delle dominazioni straniere francesi e austriache) organismo che, dotato di particolari funzioni amministrative e giudiziarie, estendeva il suo potere su tutte le “ville”, cioè i Comuni del vasto comprensorio i cui confini erano stati già delineati ai tempi di Federico della Scala, conte della Valpolicella, suo feudo.
L’edificio sede stabile del Vicariato fu la Domus Vallis Pulicelle sita nella piazza Ara della Valle a San Pietro in Cariano, fatto assodato solo a partire dal 1452 con il Vicario Agostino Guarino, in origine la sua collocazione intinerante ruotava comunque intorno a San Pietro o nelle sue vicinanze fin dal periodo Scaligero e dal primo periodo Veneziano. La costruzione di questo palazzo è databile verso la seconda metà del Quattrocento, come confermato da recenti indagini sulla sua antica struttura muraria, composto originariamente da due piani a cui in un secondo tempo ne fu aggiunto un terzo, pur non godendo di particolari pregi architettonici, merita la massima considerazione per i suoi gloriosi precedenti storici, tra l’altro sono tutt’ora murati sulla sua facciata diversi stemmi ed epigrafi di meritevoli Vicari, scelti nell’ambito di membri di famiglie nobili veronesi aventi costì più o meno vasti possedimenti terrieri.
Anche San Pietro in Cariano, come molti comuni, non ha mai avuto uno stemma ufficializzato utilizza da sempre un sigillo ispirato ad uno degli stemmi murati della Domus Vallis Pulicelle che oltre ad essere la sede del Vicariato fu anche sede del Municipio fino ai primi anni ’80 quando si trasferì a Villa Rubinelli dove attualmente risiede.
L’edificio sede stabile del Vicariato fu la Domus Vallis Pulicelle sita nella piazza Ara della Valle a San Pietro in Cariano, fatto assodato solo a partire dal 1452 con il Vicario Agostino Guarino, in origine la sua collocazione intinerante ruotava comunque intorno a San Pietro o nelle sue vicinanze fin dal periodo Scaligero e dal primo periodo Veneziano. La costruzione di questo palazzo è databile verso la seconda metà del Quattrocento, come confermato da recenti indagini sulla sua antica struttura muraria, composto originariamente da due piani a cui in un secondo tempo ne fu aggiunto un terzo, pur non godendo di particolari pregi architettonici, merita la massima considerazione per i suoi gloriosi precedenti storici, tra l’altro sono tutt’ora murati sulla sua facciata diversi stemmi ed epigrafi di meritevoli Vicari, scelti nell’ambito di membri di famiglie nobili veronesi aventi costì più o meno vasti possedimenti terrieri.
Anche San Pietro in Cariano, come molti comuni, non ha mai avuto uno stemma ufficializzato utilizza da sempre un sigillo ispirato ad uno degli stemmi murati della Domus Vallis Pulicelle che oltre ad essere la sede del Vicariato fu anche sede del Municipio fino ai primi anni ’80 quando si trasferì a Villa Rubinelli dove attualmente risiede.