Storia

Il nome "Cariano", che è anche una contrada nei pressi del capoluogo, sembra derivare dal latino tardo Carilianus(= terreno di proprietà di Carilius). Le più antiche tracce della presenza dell'uomo risalgono al Neolitico mentre è ben documentato il villaggio protostorico di Archi di Castelrotto. La zona di San Pietro in Cariano è ricchissima di testimonianze d'età romana e, data la sua particolare posizione al centro della Valpolicella, dovette essere anche in antico rinomata zona residenziale. Resti di abitazioni rustiche romane sono stati rinvenuti in località Ambrosan, a S. Floriano, a Castelrotto e in località Quar. Il toponimo Corrubbio (da quadruvium - incrocio di 4 strade) e il ritrovamento di un miliare ricordano il passaggio della Via Claudia Augusta Padana o comunque di una sua diramazione. Con i Romani si hanno anche le prime testimonianze di cultura enologica: Svetonio ricorda che ad Augusto piaceva molto il vino Retico, lo stesso vino di cui scrissero anche Marziale e Plinio il Vecchio. Si riporta inoltre una famosa lettera di Cassiodoro a Teodorico in cui vengono impartite le istruzioni per procurare il vino alla mensa del re elencandone le qualità. La zona ebbe nuovo impulso al tempo dei fasti di Venezia, città con cui fioriono i commerci. I signori della nobiltà veronese fecero a gara per edificare le loro ville sulle colline del circondario adornandole di splendidi parchi. Sicuramente da visitare è Villa Serego a S. Sofia di Pedemonte, realizzata su disegno del Palladio. Interessanti sono poi Villa Fumanelli a San Floriano, Villa Saibante - Monga e Villa Pullè - Galtarossa a San Pietro in Cariano, Villa Giona - Fagioli a Cengia. Il dominio austriaco non ha lasciato tracce, mentre il notevole sviluppo economico e industriale seguito al secondo dopoguerra ha praticamente raddoppiato la popolazione del comune.
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